The Wanderer (1885)

The Wanderer (1885)
Alla fine dell’800 in Gran Bretagna esisteva un tiro a due cavalli chiamato The Wanderer (il vagabondo, il viandante). Il dottor William Gordon Stables, un medico di origini scozzesi, commissionò la costruzione di questo veicolo ritenendo la vita itinerante all’aria aperta benefica per la salute. Su questi affascinanti veicoli da quel giorno iniziarono a viaggiare altri "gentlemen-gipsies" (gentiluomini zingari come vennero definiti a quei tempi), che diedero il via alle prime esplorazioni "plenair" grazie al loro spirito di avventura. Un sogno anche per noi che abitiamo in un mondo (oggi come ieri) limitato da fili spinati e confini, e afflitto da una burocrazia soffocante. Il mio blog e i libri che ho scritto sono dedicati a quegli uomini. Un inno di libertà, a favore dell’utopica libera circolazione degli esseri umani su questo meraviglioso pianeta.

6 agosto 2015

Ritorno alla Diga del Gleno: gli Dei, gli Eroi, gli Uomini

Da due anni non tornavo alla Diga del Gleno. Stessi pensieri, stessa energia nell’aria. Riporto semplicemente ciò che scrissi due anni orsono:
“Il disastro fu causato dal cedimento strutturale della diga del Gleno: il 1º dicembre del 1923 alle ore 7,15 la diga crollò.
Sei milioni di metri cubi d'acqua, fango e detriti precipitarono dal bacino artificiale situato a circa 1.500 metri di quota, riversandosi nella stretta gola sottostante, distruggendo interi borghi e portandosi appresso i corpi di 500 persone.
Il tribunale condannò i colpevoli a tre anni e quattro mesi più una multa in denaro. La pena venne ridotta a due anni e la multa annullata.
Questa la cronaca.
Tuttavia facendo una camminata solitaria intorno ai resti della diga del Gleno non si può non pensare agli Dei, agli Eroi e agli Uomini.
Come in tutti i poemi epici che si rispettino.
Immaginare cosa possano aver provato gli Uomini, morti o sopravvissuti a un tale evento, è quasi impossibile.
E gli Dei dov’erano? Domanda banale. Non è per tirali in ballo ma nelle cronache sui pannelli lungo il percorso gli Dei o Dio - visto il monoteismo vigente da secoli - a cui credono centinaia di milioni di persone su questo pianeta, non vengono mai citati.
Quante volte ho sentito rendere grazie a Dio da parte di coloro che gli regalano il merito per le cose belle che avvengono su questo pianeta! Quando ci si trova di fronte alle tragedie, personali o collettive che siano, invece le responsabilità sono tutte degli uomini? O neppure loro, visto la pena irrisoria che hanno scontato i responsabili di un disastro il cui ricordo è stato annebbiato dal tempo.
Dio ha provocato la tragedia o è rimasto solo a guardare? I credenti ne accettano il mistero, le oscure ragioni affrontando le prove a cui vengono sottoposti cercando di mantenere la loro fede.
Personalmente ho sempre fatto fatica a immaginare un Dio antropomorfo non solo nell’immagine e nella sua apparenza, ma soprattutto nella sua azione, nel suo comportamento, nel suo pensiero, nel suo intervenire o no nelle vicende umane e del pianeta.
Pensare che Dio è come l’uomo è antropomorfizzarlo, renderlo simile a noi, proiettare ciò che noi siamo su un’entità trascendente esterna, magari con buone probabilità inventata.
Se proprio ne abbiamo questa umana esigenza, non sarebbe forse meglio pensare di essere fatti noi a sua immagine e somiglianza? E che quindi, lasciando perdere le nostre squallide proiezioni, cercassimo la piccola parte divina nascosta in noi? Aiuterebbe a capire che quindi è forse assurdo che, sempre che esista, è possibile che non si comporti come noi, che dia premi e castighi, che scateni vendette e giudizi universali verso presunti infedeli, che prepari la fine del mondo per punire una parte dell’umanità o cose simili?
Umano, troppo umano! Diceva Nietzsche… 
Guardando i resti della diga pensavo che la Natura è qualcosa di potente. Regala frutti, bellezza, paesaggi, tramonti e un’infinità di cose che noi amiamo, ma quando si scatena ci dona terremoti, uragani, incendi e devastazioni. Il tutto pare senza consapevolezza, coscienza e intenzione apparente di farci del male, ma lo fa. La scienza è arrivata a spiegare molto, non ancora tutto.
Forse la Natura si comporta come Dio? Senza consapevolezza e intenzioni di fare bene o male? Semplicemente è così. Accade quello che accade per cause fisiche, chimiche, geologiche, planetarie, climatiche, ecc.ecc. Senza alcuna intenzione di fare bene o male agli uomini e a tutti gli esseri che vivono sul pianeta. La natura non premia e non castiga intenzionalmente. Certo noi a volte la provochiamo e ne provochiamo le reazioni positive o negative con i nostri meriti o i nostri errori.
La metafora del disastro della diga del Gleno è esemplificativa di tutto ciò. Quale Dio cosciente e intellettualmente stimabile e apprezzabile potrebbe volere cose del genere?
La fine del mondo, paventata da molte religioni in modo più o meno radicale o fanatico, è già giunta molte volte per altre specie animali o vegetali, dinosauri compresi. Ma perché farci ossessionare da qualche scritto che ne parla, quasi come se ci fosse l’interesse di qualcuno a utilizzare questa immensa paura che una parte dell’umanità pare provare?
Paura e potere vanno sempre a braccetto.
Ma dimenticavo, la Bibbia è la parola di Dio e questo è un dogma indiscutibile per molti.
Chissà cosa avranno pensato quei poveri Uomini travolti dalla potenza dell’acqua, dalla cieca Natura, in questo caso innescata dalla stupidità e dall’avidità umana. Forse avranno pensato che era la fine del mondo, sicuramente del loro mondo?
Anche i dinosauri non si sono estinti per cambiamenti climatici o per eventi traumatici planetari accorsi milioni di anni orsono?
Anche noi potremmo estinguerci per lo stesso motivo, con l’aggiunta che siamo diventati bravi a rompere gli equilibri naturali, e pare che la fossa ce la stiamo scavando da soli. Oppure gli ottimisti ci diranno che con mutamenti e mutazioni l’animale uomo vivrà ancora chissà quanto su questo pianeta travolgendo ogni previsione più pessimistica e rimandando ancora per chissà quanto tempo il giudizio universale che qualcuno paventa.
E gli Eroi? Sono forse gli eletti dalle varie religioni che siederanno accanto a Dio, o sono coloro che hanno affrontato le piccole grandi tragedie che incontriamo nel nostro cammino con dignità e coraggio, lottando per aiutare sé stessi e gli altri magari con generosità?
E che dire ancora degli Uomini? Ce n’è di ogni specie. Chi emana splendore e chi si comporta peggio di una iena affamata.
Oggi ho provato rispetto per coloro che hanno subito il dolore e la sofferenza senza averne colpa, senza averne troppe, senza accorgersi di averne qualcuna. Mi sforzo di avere rispetto anche per il dolore la sofferenza di chi provoca dolore e sofferenza agli altri, senza rendersene veramente conto.
Credo che un po’ tutti rientriamo prima o poi in entrambe queste categorie.
Gli Eroi forse sono quelli che accettano di prendersi le responsabilità anche per quelli che non si accorgono di averle, e continuano a fare danni intorno a loro, spesso in nome di Dio.
E la Natura, madre o matrigna, ci avvolge, ci culla, senza sapere per cosa o perché. Con le sue leggi, più o meno conosciute a volte meravigliose, a volte spietate.
A noi miseri viandanti non resta che goderci l’incantevole paesaggio e stringere i denti quando arriva la carestia, nella speranza che la scintilla degli Eroi ci possa un giorno toccare il cuore.”



Vilminore di Scalve


Pianezza (un nome che è una strana aspirazione per 
un paesino di montagna...), la frazione di Vilminore 
da cui parte il sentiero per la diga


La Presolana vista da Pianezza


La Diga del Gleno



Dopo il crollo le dimensioni del lago sono ridotte



Fosse bastato il suono di un corno per avvisare le popolazioni
che furono travolte dalla furia dell'acqua!



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