Gibilterra appare come un fazzoletto di terra rubato agli spagnoli i quali, a loro volta, hanno rubato Ceuta e Melilla al Marocco e quindi non si possono certo lamentare. Fa sempre un certo effetto respirare elementi di un altro paese “fuori” del loro contesto: ad esempio i bobbies, poliziotti e poliziotte con le divise che ti aspetteresti di vedere solo a Londra, le cabine telefoniche rosse, ecc.ecc. Ricordo di aver provato la stessa sensazione a Tahiti, territorio d’oltremare francese. E’ quasi fastidioso e sembra fuori posto questo residuo di conquiste, di colonialismo, di arrogante espansione in altri luoghi del mondo.
Gibilterra poteva almeno avere un fascino anglo-ispanico-sassone-moresco-andaluso, visto il suo passato: noi non l’abbiamo trovata particolarmente attraente. Molti gli angoli squallidi e mal tenuti, le strade sconnesse, i caseggiati grigi male costruiti per sfruttare lo spazio il più possibile.
Niente che valga la pena segnalare, noi l’abbiamo visitata perché eravamo in zona in attesa di lunedì per chiedere informazioni burocratiche al Consolato del Marocco di Algeciras: vogliamo essere sicuri che il visto per Sara si possa richiedere direttamente qui senza tornare in Italia. L’intenzione per ora è quella di tornare in Africa anche il prossimo inverno.
Gibilterra vista da La Linea de la Concepcion
British style nella penisola iberica
Angoli di Gibilterra
La moschea
Ogni angolo deve essere sfruttato a Gibilterra:
costruzioni a prova di tsunami...
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